Ricordo di “Momo” a quattro anni dalla scomparsa
A cura della Redazione
Il 16 luglio del 2000 “Momo”, Domenico Pertica, ci ha lasciati, ma ci permette di seguirne la memoria con le opere da lui iniziate, con le sue battaglie civili per una Roma sempre più amabile e con le tante altre iniziative culturali, umanitarie ecc…Per ricordarlo a chi lo ha conosciuto dedico questi pensieri che rivelano la sua intima sensibilità e la sua fragilità di uomo.
Ti piaceva giocare
con gli aquiloni, …..
Ricordo di “Momo” a quattro anni dalla scomparsa
A cura della Redazione
Il 16 luglio del 2000 “Momo”, Domenico Pertica, ci ha lasciati, ma ci permette di seguirne la memoria con le opere da lui iniziate, con le sue battaglie civili per una Roma sempre più amabile e con le tante altre iniziative culturali, umanitarie ecc…Per ricordarlo a chi lo ha conosciuto dedico questi pensieri che rivelano la sua intima sensibilità e la sua fragilità di uomo.
Ti piaceva giocare
con gli aquiloni,
eterno fanciullo
e andare con la fantasia
verso mete infinite
del tuo spirito
che abbraccia l’universo.
Ti piaceva guardare
il mare in tempesta
in armonia col tuo carattere
ricco di inventive,
trovando nella bianca spuma
l’estro tuo creativo
alla ricerca del nuovo e del bello.
Ti piaceva, la sera,
andare per la tua casa
accarezzare con gli occhi
le cose antiche che raccontano
storie passate, vissute ed amate.
Ti piaceva sostare
sempre ammirato,
come fosse la prima volta,
lungo le strade, i vicoli, le piazze
di una Roma intimamente tua
scrivendone le meraviglie
come unica amante.
Ti piaceva il gatto
sornione ed infingardo
flessuoso e misterioso
compagno della tua solitudine
amato da grandi poeti:
e tu lo amavi.
Ti piaceva la gente
e te ne circondavi
sentendone tutto il calore.
Ti piaceva la vita
così come viene
senza problemi
senza sovrastrutture
e ne godevi e ne ridevi
con la tua risata aperta
a pieni polmoni.
Accettasti la sorte
che tutto questo ti toglieva,
con la filosofia dei grandi
senza tragico addio
senza disperazione.
E insieme al volo dei gabbiani
volasti!
nel silenzio dell’alba romana,
al ritmo di una carrozzella,
e nell’andare eterno del fiume.
Ed io, incredula, non addio ti dissi;
ma al prossimo incontro.
Francesca Immè Pertica
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 1 – Luglio 2004