Grande interesse all’Hub Culturale Moby Dick, a Garbatella, per la presentazione del libro, edito da Red Star Press, “Tor Marancia. Storia di un quartiere popolare di Roma” di Luca Canali e Giuliano Marotta.
Nessuno o forse pochissimi sanno che nella Tenuta di Tor Marancia c’è una villa romana dei Numisi del II secolo d.c., scoperta nei primi anni del 1800 e poi ricoperta come accade a tanti scavi archeologici nella nostra città.
L’archeologia e la storia
I due autori hanno deciso di scrivere questo libro dividendosi i compiti: Luca Canali si è occupato della parte relativa all’archeologia del territorio, mentre Giuliano Marotta si è dedicato alla ricostruzione della storia del quartiere dal XX secolo fino ad oggi.
“Qualche tempo fa già presentavo proprio qui uno dei quaderni di Moby Dick, quello dedicato a Tor Marancia – ha esordito Marotta – Oggi invece proponiamo un testo più corposo, frutto di studi e analisi durati parecchi anni.”
I primi due capitoli sono dedicati all’archeologia, come spiega Canali, si parla della storia antica della zona, delle torri medievali e del significato del toponimo. Si, perché il nome di questo quartiere non è mai stato chiaro a tutti. C’è chi lo chiama ancora Tormarancio e chi lo stravolge con ironia e sfottò in Tor-marrangio.
Da dove viene il nome?
L’ipotesi più plausibile per l’origine del nome è quella legata al liberto (schiavo liberato) Amarantus che riscattò questa terra dal suo padrone. Questo nome nel corso del tempo si sarebbe trasformato in Marancia.
Per quanto riguarda gli scavi , questi furono ordinati da una Contessa Savoiarda che si era trasferita a Roma dal Piemonte. Grazie a questi scavi nel 1817 venne alla luce una villa, da cui furono estratti molti reperti importanti, tra cui statue, epitaffi e mosaici che oggi si trovano nella galleria dei Candelabri ai Musei Vaticani.
In merito alle torri medievali, Canali racconta che a Roma ce ne erano molte disseminate su tutto il territorio. Per esempio, oltre a quella di Tor Marancia, ce ne era una proprio dove ora sorge l’edificio della Regione Lazio denominata Torre di Santa Maria, e di questa torre è stata mostrata, durante la presentazione, una foto degli anni Quaranta; mentre la torre che oggi da nome al quartiere in realtà si chiamava Torre di San Tommaso nel XIII secolo, e nei dintorni ce ne erano diverse altre, costruite probabilmente come ““elementi di fortificazione per proteggere piccoli nuclei abitativi o per il controllo territoriale”.
E perché il soprannome “Shanghai”?
Marotta invece attira l’attenzione del pubblico raccontando da dove deriva probabilmente il soprannome di Tor Marancia, “Shanghai”.
Nel 1931 infatti, a seguito di un lungo periodo di siccità, ci fu un alluvione in Cina, che vide lo straripamento del Fiume Giallo e del Fiume Azzurro e portò all’allagamento di diverse città tra cui Shanghai. Una catastrofe naturale che causò la morte di milioni di persone, riportata anche dalla nostra stampa dell’epoca.
Poiché il quartiere sorse a distanza di non molti anni da quell’evento, è possibile che è per questo che il nome Shangai fu attribuito a quel gruppo di casupole costruite senza gettate di cemento ma direttamente sul terreno, senza pavimentazione né fognature, in una conca, da cui anche l’altro soprannome dispregiativo di “La Buca”.
Un’anziana del posto ha raccontato a Marotta che “crescevano i carciofi sotto al letto” e un altro che “se poteva pescare direttamente dalla finestra”.
Mentre i due autori raccontano, sullo schermo alle loro spalle scorrono immagini esplicative di grande interesse storiografico. Fino a giungere alla narrazione sulla costruzione finalmente delle case popolari e l’abbattimento delle casupole.
Tor Marancia nel cinema
Sono stati anche ricordati i film girati a Tor Marancia, tra cui “Roma ore 11” di Giuseppe De Santis, in cui l’attrice Lea Padovani interpreta una prostituta che vive a Tor Marancia, in una lunga inquadratura del film viene mostrata la borgata Sciangai nei primi anni Cinquanta.
Una menzione speciale è stata conferita a Quinto Gambi, controfigura di Tomas Milian, orgoglioso abitante di Tor Marancia; è a lui e alla sua tuta blù che Tomas Milian si è ispirato per il suo personaggio de “Er monnezza”.
Le conclusioni
In conclusione Marotta, da poco diventato direttore del magazine online Cara Garbatella, ha sottolineato il grande risveglio sociale del quartiere, la voglia di dare dignità alla sua storia e di creare un ambiente che favorisca lo scambio culturale.
Tra le tante iniziative ha citato l’Associazione Parco della Torre e la Scuola Popolare Sciangai, quest’ultima svolge, all’interno del plesso Raimondi in viale Odescalchi, attività gratuite per giovani dai 6 ai 18 anni, quali aiuto compiti, laboratori creativi, passeggiate alla scoperta del territorio, sport e animazione ed in cerca di volontari per la riapertura a settembre.
Luca Canali, invece, ricorda che si possono seguire i suoi studi e approfondimenti storico archeologici sulla sua pagina IG culturainpochiminuti
Dove trovare il libro
Sono previste altre presentazioni del libro a settembre, nel frattempo il volume è disponibile presso:
- Sede Red Star Press Star Press v.le di Tor Marancia 76.
- Sede Associazione Io Sono via dei Lincei 7.
- Edicola v.le di Tor Marancia.
- Edicola v.le del Caravaggio 81.
- Edicola via Macinghi Strozzi incrocio Largo Sette Chiese.
- Online: https://www.redstarpress.it/prodotto/tor-marancia