[Municipium. Storia e Archeologia del nostro territorio. Rubrica a cura di Luca Canali]
Continuiamo la storia della Porta Appia, riprendendo dall’epoca medievale.
Tasse e gabelle
Tutte le porte delle Mura Aureliane, almeno fino al XV secolo, venivano concesse in appalto o vendute a privati cittadini per la riscossione del pedaggio per il relativo transito: negli “Statuti delle gabelle di Roma” di Sigismondo Malatesta (1888) è riportato un bando del 1467 che specifica le modalità di vendita all’asta delle porte cittadine per un periodo di un anno; in un altro documento datato 1474 veniamo a sapere che il prezzo d’appalto per le porte Latina e Appia insieme era pari a “fiorini 39, sollidi 31, den. 4 per sextaria” (cioè ogni sei mesi). Le quantità di gride, editti e minacce che venivano emessi contro gli abusi dei riscossori dimostra quanto questi arrotondassero i loro guadagni provenienti dal transito in modo illecito.
Porta trionfale
Sotto il suo fornice, la nostra porta ha visto passare due ingressi trionfali. Il 5 aprile 1536, in occasione della visita dell’imperatore Carlo V, Antonio da Sangallo trasformò la porta in un vero e proprio arco di trionfo, ornandola di statue, colonne e fregi e l’avvenimento è ricordato in un’iscrizione sopra l’arco che, con un’adulazione un po’ eccessiva, paragona Carlo V a Scipione l’Africano: “CARLO V ROM. IMP. AUG. III. AFRICANO”. Qualche anno più tardi, il 4 dicembre 1571, Porta San Sebastiano fu di nuovo ricoperta di apparati scenografici per il corteo trionfale in onore di Marcantonio Colonna, il vincitore della Battaglia di Lepanto.
La casa del gerarca
Pensando di meritare un alloggio degno della sua levatura ed incarico, Ettore Muti, il segretario del Partito Nazionale Fascista, decise di venire a vivere proprio all’interno della porta. Tra il 1941 e il 1943 la sistemazione di Porta San Sebastiano ad uso abitativo venne affidata all’architetto Luigi Moretti (tra i suoi altri edifici ricordiamo la Casa della Gioventù Italiana del Littorio a Trastevere, che oggi ospita la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté). Dopo l’8 settembre 1943, la casa di Muti venne saccheggiata.
Il Museo delle Mura
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la porta viene riaperta al pubblico dal Comune che diede anche inizio alla stesura di un progetto per la realizzazione di un Museo delle Mura. Nel corso degli anni, però, e attraverso alterne vicende una parte dei locali fu adibita ad alloggio di servizio per il custode e la sua famiglia.
Il resto degli ambienti nel 1960 fu ceduto in uso al Ministero della Pubblica Istruzione perché vi installasse un Ufficio speciale dell’Appia Antica e poi un Museo della via Appia, ma il previsto Ufficio non entrò mai in funzione.
Il Comune tornò in possesso del monumento nel 1970; l’anno dopo la Ripartizione Antichità e Belle Arti vi allestì un piccolo Museo delle Mura: le aperture al pubblico erano limitate alla domenica e dopo qualche anno, purtroppo, si tornò di nuovo alla chiusura totale. Si deve attendere il 1984 per vedere la definitiva riapertura e sistemazione interna della porta, in occasione della mostra “Roma sotterranea”.
Nel 1989 è stato ufficialmente istituito il Museo delle Mura di Roma con Deliberazione del Consiglio Comunale, secondo la Legge Regionale del 1975.
Per visitare il Museo delle Mura consulta il sito istituzionale
Per approfondire
- Filippo Coarelli, Guida Archeologica di Roma
- Mauro Quercioli, Le mura e le porte di Roma
- Corrado Augias, I segreti di Roma
Clicca qui per leggere la prima parte della storia di Porta di San Sebastiano.
Il dettaglio della stampa è di Francesco Tramezzino “Entrata di Marcantonio Colonna a Roma” (1571)