A pochi giorni dall’occupazione di un gruppo di militanti ambientalisti che aveva iniziato ad autogestire gli spazi di una villa inutilizzata alla Caffarella, questa mattina all’alba è arrivato lo sgombero da parte della polizia.
“Nonostante sia arrivata ieri la conferma di un tavolo di trattativa da parte della Regione Lazio, la questura e la prefettura hanno deciso comunque di procedere con il sequestro e lo sgombero.” Scrivono sui social i militanti. “Questo scelta gravissima avviene il giorno prima del Global Strike sul clima. “
La proprietà è della Regione Lazio, con un ampio giardino in via della Caffarella 13. L’edificio è stato costruito negli anni ’50; la Regione Lazio dopo l’acquisizione aveva intenzione di insediarvi il Corpo Forestale e la Protezione Civile, nonché gli uffici del parco regionale dell’Appia antica. Da qualche anno l’area è passata ad Invimit – società con sede in via IV novembre che gestisce le casse del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze – con l’intenzione di venderlo all’asta partendo da una base di 3 milioni di euro.
“Questo spazio abbandonato dalle istituzioni da dieci anni era stato liberato per essere restituito alla collettività. Non lasceremo che le scelte poliziesche e repressive del Comune e della Regione Lazio distruggano i valori ecologisti e transfemministi che sono alla base del nostro progetto politico. Le istituzioni, che dagli eventi di stamattina si dimostrano sottomesse alle scelte dell’apparato repressivo, ancora una volta si schierano contro i processi di partecipazione cittadina e in totale contraddizione con tante belle parole su ambiente e sostenibilità.“
La risposta dal Municipio
Chi fin dall’inizio non approvava l’occupazione dello stabile alla Caffarella è stata Simonetta Novi, consigliera all’VIII Municipio per la lista Azione-Calenda Sindaco, che oggi, assieme alla capogruppo della Lista Civica Calenda Flavia De Gregorio dichiarano: “Dopo 19 giorni, la villa di proprietà pubblica di via della Caffarella 13, viene liberata dagli occupanti e restituita ad un futuro di uso pubblico.”
“Auspicando che le operazioni di sgombero vengano concluse con serenità, teniamo a sottolineare che noi consiglieri della Lista Civica Calenda Sindaco in Campidoglio e in VIII Municipio, abbiamo dal primo giorno chiesto, anche presentando una mozione ed una risoluzione, che venisse messa la parole fine a questa occupazione che priva i cittadini di uno spazio pubblico da destinare ad attività sociali, culturali e comunque di interesse pubblico. Spiace aver visto che, almeno in parte, la maggioranza politica Capitolina e del Municipio stenta a prendere le distanze da un atto di prepotenza, anziché addivenire ad una scelta ponderata e consapevole che coinvolga i cittadini dei quartieri interessati. Riconosciamo la validità dei contenuti ambientalisti ed ecologisti degli occupanti ma questi possono essere espressi in altri contesti, pubblici e istituzionali, senza necessità di occupare un bene pubblico. Al tempo stesso non possiamo, non denunciare, la gravità di aver lasciato per 6 anni una villa di 700 mq con 700 mq di padiglioni esterni e 2000 mq di giardino chiusa ed inutilizzata. A questo punto l’attenzione si sposta sul chiedere visibilità delle operazioni di vendita del bene pubblico (in corso almeno dal 2018 attraverso Invimit) e dell’utilizzo dei 3 milioni di euro che si intendono realizzare con la cessione dell’immobile. Dal nostro canto auspichiamo – concludono Flavia De Gregorio e Simonetta Novi- un ripensamento della vendita, dal momento che un bene di questo tipo sarebbe utilissimo per fini sociali“.
Seguiranno altri aggiornamenti.
Di Ilaria Proietti Mercuri
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