Presidente dell’ex XII Municipio, eletta deputata del Partito democratico per il collegio Ardeatino, insegnante e componente a Montecitorio della Commissione Scienza – Cultura – Istruzione.
Onorevole, lei è sempre stata considerata una renziana di ferro. Come mai non ha seguìto Matteo Renzi nella sua avventura nonostante – si dice – le sue avances? Io sono stata la prima amministratrice romana nel 2011 ad abbracciare il progetto di Matteo Renzi quando era ancora sindaco di Firenze; ci incontrammo proprio nel capoluogo toscano dove mi parlò della sua volontà di cambiare profondamente il PD. Ho aderito immediatamente al suo progetto riformista – avevo capito che si sarebbe presentato alle primarie – che credo però debba continuare all’interno del Partito. Rimane naturalmente la stima e l’affetto verso Matteo, ma resta anche la voglia e la passione di proseguire la strada tracciata alla Leopolda all’interno del PD.
Parliamo di un altro leader. Lei ha collaborato con Zingaretti in provincia, e quindi lo conosce bene, pensa che stia facendo un buon lavoro nel Partito?
Conosco Nicola da quando era Segretario dei DS di Roma e c’è stima reciproca. Ho lavorato benissimo in quella Giunta Provinciale in cui ho ricoperto il ruolo di assessora; posso dire che Nicola è un grande lavoratore, che crede molto in quello che fa, qualsiasi sia il suo incarico; non si mette però in mostra né ama troppo i riflettori puntati. È una persona che lavora tanto e in silenzio.
Crede che l’arrivo di Laura Boldrini – in parte bilanciato da quello di Beatrice Lorenzin – possa spostare troppo l’asse del partito a Sinistra?
Laura è una cara amica, una bella persona, vittima di “fake news” e degli “haters”, dai cosiddetti odiatori della Rete. Ha una grande storia e un grande passato nell’ambito della cooperazione internazionale e andrebbe rispettata e stimata soltanto per questo. Nell’ambito della Sinistra sta assumendo – a mio avviso – spesso posizioni riformiste e meno conservatrici. Sarà una delle tante anime che un partito riformista e pluralista come il PD deve avere al suo interno.
Lei ha lamentato più volte che il PD romano non ha idee e non produce iniziative.
Secondo il suo parere bisognerebbe andare ad un congresso straordinario ed azzerare la segreteria romana oppure è un problema che riguarda un po’ tutte le sezioni e quindi – in parte – i militanti della Capitale? La Capitale versa in uno stato di degrado politico, economico, sociale, culturale, la risposta non può essere quella del PD romano. Non ce l’ho con le persone, ma con la visione che questo partito non ha prodotto sui grandi progetti per il rilancio di Roma di cui non vedo ombra da nessuna parte. Quando Roma non è al centro del dibattito nazionale, tantomeno locale, questo è un problema che va quanto prima sanato. Se il Partito va azzerato non sta a me decidere, c’è ancora un Segretario che è Andrea Casu, dovrà decidere lui (e la sua maggioranza) se andare avanti.
Ultimamente i consiglieri Capitolini del suo partito sembra abbiano ammorbidito l’opposizione nei confronti della Sindaca e della sua Giunta. Eppure i risultati, tutt’altro che favorevoli al governo dei Cinquestelle, sono sotto gli occhi di tutti.
Io non credo affatto che i nostri consiglieri abbiano abbassato la guardia, li vedo sempre molto attivi nel denunciare il malgoverno della Giunta Raggi, che ormai ha raggiunto punte ridicole anche nel cambio continuo degli assessori, nell’incapacità di guidare i processi amministrativi, gli investimenti e lo sviluppo della città. Credo piuttosto che non abbiamo attenzione da parte dei mass-media, non riuscendo a comunicare la loro azione politica in Campidoglio. Capisco anche che fare l’opposizione diventa pesante, perché è come fare l’opposizione a un Re Travicello, si finisce nel perdere forza di fronte ad una nullità quale è la Sindaca di Roma.
Molti politici, una volta eletti, non danno peso al collegio e al territorio dove risiedono gli elettori. In molti si ricordano di Lei anche per essere stata Presidente dell’ex XII Municipio; nelle ultime elezioni è stata eletta alla Camera nel collegio Ardeatino (che racchiude anche il territorio dell’VIII Municipio), grazie a oltre 50.000 voti, ogni tanto se lo fa un giro per i quartieri del territorio?
Sono stata eletta nel collegio più a sud d’Italia perché dopo di me, scendendo verso sud, c’è il giallo dei Cinquestelle… Ho l’onere e l’onore di essere stata eletta in un collegio bello e importante; ho fatto la mia campagna elettorale nei mercati, nei centri anziani, davanti alle scuole. Stare in mezzo alla gente è la mia caratteristica. Credo di essere l’unica deputata che ha aperto un ufficio di collegio (al Torrino n.d.r.) nel quale ricevo cittadini e che ospita alcune associazioni. Tengo sempre acceso il filo rosso che mi lega con gli elettori, non è un caso che il mio slogan elettore è “Ho scelto Voi”
Alla Garbatella, ma anche negli altri quartieri del Municipio ci si lamenta molto della spazzatura nelle strade. Ha qualche idea per risolvere la questione?
Quando c’è stato il blocco del TMB di Roma e il territorio dell’VIII Municipio è diventato una discarica a cielo aperto, ho partecipato insieme al presidente Amedeo Ciacchieri alla marcia a favore del decoro contro il degrado provocato da questa immondizia che infestava la Garbatella.
Bisogna avere il coraggio di chiudere il ciclo dei rifiuti e realizzare impianti che pongano fine a questa continua emergenza. Si sta lavorando sull’emergenza, anziché sulla lunga visione. Basta che un impianto si rompa o si blocchi e Roma finisce nel caos dei rifiuti. Io sono stata la prima presidente di Municipio a iniziare nel 2007 la raccolta differenziata.
Può essere soltanto colpa della Giunta Raggi oppure alcuni cittadini hanno una buona dose di responsabilità?
Che i cittadini abbiano delle responsabilità è vero, basta guardarsi intorno. Manca l’educazione nelle famiglie e nella scuola. Il tema dell’ambiente è diventato un tema importante, lo abbiamo visto anche con il fenomeno Greta Thunberg. Bisogna cominciare ad educare dalle piccole cose.
È d’accordo con il rinvio di un anno per l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole? Non sono affatto d’accordo, ma il problema è stata la mancanza di fondi specifici per la formazione dei professori. Non tutti possono insegnare educazione civica, bisogna essere formati, altrimenti si fanno dei danni. E lo dico da insegnante.
Cosa le manca di più della sua vita da docente? Il rapporto con i ragazzi, i loro sorrisi, le loro ansie, il rapporto di assoluto amore che avevamo l’uno verso l’altro anche quando si partiva con delle diffidenze.
Non scorderò mai il pezzo di musica Rap che un alunno mi ha dedicato in latino. È stato il mio Inno (e portafortuna) elettorale.
A proposito, non crede che questo Governo dovrebbe (o potrebbe) tornare ad investire sulla scuola? I fondi dove si possono trovare?
Il Governo Renzi e poi quello guidato da Gentiloni investirono oltre 5 miliardi per l’edilizia scolastica. Il Governo targato Lega-Cinquestelle ne ha tagliati fino a 4 miliardi. Hanno anche tolto 5 miliardi dedicati alla formazione dei docenti e alle offerte formative, ma soprattutto agli insegnanti di sostegno. Oggi la scuola è iniziata nel caos più completo. Mancano tanti docenti e présidi perché scappati grazie a “Quota 100” e, soprattutto, pesa l’assenza di insegnanti di sostegno; a pagare come al solito sono le fasce più deboli, quindi i ragazzi con disabilità intellettiva e fisica. Ciò è inaccettabile per un Paese civile
Di Stefano Baiocchi