“Garbatella History Camp” Volontari al Parco Giovannipoli
Un campo internazionale come strumento di promozione culturale delle risorse archeologiche di Roma
“In principio c’erano un francese, un armeno e una ragazza della Garbatella…”. Lo so, sembra l’inizio di una barzelletta nemmeno troppo originale, invece è la conclusione di una storia cominciata circa un anno fa, durante una pausa dal consueto lavoro di manutenzione del parco Serafini o di Commodilla, adottato dagli attivisti del Comitato Parco Giovannipoli. La mia amica Katiuscia (Presidente del Comitato) ed io eravamo seduti su una panchina per rilassarci qualche momento prima di riprendere a lavorare insieme agli altri volontari e lei – che in effetti non si rilasserebbe nemmeno sotto anestesia totale – mi raccontò di una sua idea per riqualificare l’area archeologica del parco, quella che si trova in alto proprio a ridosso del muro di cinta: organizzare un campo internazionale di volontariato con ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo.
Un’idea fantastica, pensai, ed ero certo che Katiuscia ci sarebbe riuscita, perché è una ragazza determinata che non si scoraggia e va avanti nonostante le difficoltà e lo scarso sostegno cui l’ha abituata il Comune di Roma da quando circa tre anni fa ha cominciato, con gli altri volontari del Comitato, ad occuparsi del parco; ma questa è un’altra storia. Oggi mi va di scrivere solo di cose belle e positive, ho voglia di raccontarvi la storia di un gruppo di persone che si adoperano per salvaguardare un bene comune, convinte che il degrado si combatta creando socialità e momenti di aggregazione e non solo raccogliendo cartacce da terra. Voglio raccontare la storia di un gruppo di persone che ha aggiunto un nuovo e prolifico nodo alla rete delle tante realtà che da anni operano sul nostro territorio, proprio nell’ottica della cooperazione e della lotta al degrado sociale.
Katiuscia Eroe pensò al Garbatella History Camp per caso, seduta su una panchina del parco per riposarsi un po’ e oggi il tempo di sedersi a riposare non lo trova perché quella che era solo un’idea si è concretizzata – grazie anche al supporto del Presidente Catarci e della Giunta Municipale – ed è già operativa dallo scorso mese di luglio.
Il Campo di volontariato internazionale, oltre al patrocinio e al sostegno logistico del Municipio VIII, alla collaborazione di Legambiente e alla supervisione della Sovrintendenza
Capitolina, ha potuto contare sul supporto di tutte le realtà territoriali – cominciando dal Villetta Social Lab – per raccogliere i fondi necessari al mantenimento dei quindici volontari.
“L’obiettivo del campo è semplice – e se lo dice la combattiva Katiuscia potete stare sicuri che proprio semplice non è – vogliamo valorizzare le antiche mura romane presenti sulla collinetta dell’area verde, restituendo alla cittadinanza il punto turistico e culturale venuto alla luce dopo la riqualificazione del parco nel 2008. Un lavoro enorme che vogliamo arricchire con dei pannelli espositivi che spieghino la funzione originaria di questi resti”.
Le attività del campo saranno numerose, dalla pulizia dell’area, alla sistemazione della siepe e delle palizzate di legno, fino alla realizzazione di sette cartelli informativi multilingua che raccontino il luogo, ma anche i lavori di scavo e l’esperienza dell’History Camp. “I ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al campo provengono da tutto il mondo…”, continua Katiuscia. “…
Corea, Francia, Messico, Armenia, Turchia, Russia e Ucraina e proprio in relazione agli ultimi due partecipanti credo che questo campo sia servito, nel nostro piccolo, a far parlare di pace questi ragazzi tra loro”. Il Comitato Parco Giovannipoli sta consegnando un nuovo modo di pensare la promozione sociale, culturale e archeologica della città di Roma agli amministratori. A quelli che saranno in grado di capirlo, ovviamente.
di Marcello Conte
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 11 – Ottobre 2015





