Ex Mercati Generali: le proposte delle realtà territoriali

Il tema degli ex Mercati Generali e il loro destino continua a tenere banco nell’agenda  delle forze politiche e sociali del territorio.

Dopo la  Conferenza urbanistica  di sabato scorso, promossa dal Comitato civico per la tutela dell’area degli ex Mercati Generali, che chiede il blocco e l’azzeramento del progetto avanzato dal fondo immobiliare texano Hines, con la costruzione di un mega studentato di lusso all’interno dei 9 ettari degli ex Mercati all’ingrosso, scendono in campo il Centro Sociale La Strada, Casetta Rossa, Villetta Social Lab, l’Onlus Giulia Parla e Legambiente Garbatella.
E lo fanno con la produzione di un pieghevole che sarà distribuito in migliaia di copie nei palazzi a ridosso del Gazometro e del Porto Fluviale. Queste realtà territoriali, attive da anni in particolare a Garbatella, denunciano i pericoli del progetto:
L’area ex Mercati Generali deve essere un bene comune – si legge sul comunicato – non una merce da mettere a reddito”. E ancora: “senza il coinvolgimento diretto di chi vive il quartiere e senza una significativa revisione, questo progetto rischia di trasformarsi nell’ennesima  operazione speculativa ai danni del territorio”.

Per i palati più fini queste parole, pur contrarie all’attuale progetto immobiliare, lasciano aperta la possibilità di interventi migliorativi, che forse troveranno ascolto nei tavoli partecipativi che il Comune di Roma dovrà aprire alla cittadinanza a gennaio, in vista della scadenza dei 150 giorni per la presentazione della progettazione definitiva.
Anche i cittadini più distratti hanno potuto constatare che all’interno degli ex Mercati insiste una situazione di estremo degrado, con vegetazione incolta, acquitrini e insetti che particolarmente d’estate invadono i palazzi della Circonvallazione Ostiense e di Garbatella.
Insomma il blocco dei lavori che dura da più di vent’anni è una ferita che va ricucita, per restituire alla cittadinanza la memoria di un bene pubblico, che per ottant’anni, dal 1922, ha scandito la vita di generazioni di facchini e salariati.

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