Centro Culturale di Tor Marancia: ammessi cinque progetti architettonici alla seconda fase della selezione

Sono passati quasi quattro anni dalla proposta di costruzione del Centro Culturale di Tor Marancia ma finalmente qualcosa, almeno sulla carta, inizia a muoversi; anche se dopo enormi ritardi, infatti, sono stati resi pubblici i codici dei progetti selezionati. La Commissione esaminatrice ha pubblicato le motivazioni che hanno portato all’ammissione di cinque progetti, di relativi studi di architettura, alla seconda fase valutativa. La prossima scadenza è ora fissata per il 7 febbraio 2022. I cinque finalisti, su 86 proposte pervenute, avranno modo così di elaborare altri approfondimenti e applicare migliorie per proseguire nel concorso architettonico.

Tra le raccomandazioni generali della Commissione, si pone l’attenzione su aspetti come: definire e caratterizzare gli spazi esterni di pertinenza del polo formativo e del community hub con la dovuta precisione, anche per il loro ruolo di mediazione tra l’edificio e gli spazi contigui del quartiere e della città; bisogna creare quindi una struttura sostenibile ecologicamente e che si collochi armonicamente all’ambiente circostante. Nella seconda fase, come richiesto dal bando, è necessario precisare le soluzioni tecnico-costruttive e tecnologiche adottate, prestando particolare attenzione all’isolamento termico e acustico degli spazi interni. Infine, viene esplicitata la necessità di rispettare i limiti di budget previsti, compiendo un’analisi dei costi che dimostri la sostenibilità economica della proposta progettuale. 

L’ex scuola Mafai, in viale di Tor Marancia 103, dove sorgerà Centro Culturale di Tor Marancia 

La struttura sarà gestita dall’Ente pubblico del Teatro dell’Opera di Roma e all’interno vi coesisteranno realtà differenti: Il polo formativo del Teatro dell’Opera, cui sarà riservato il 62% dello spazio, rivolto alla formazione di giovani e giovanissimi ballerini, musicisti e cantori; il Centro Popolare, definito “community hub“, un inutile inglesismo che taglia l’aggettivo “popolare” dal nome iniziale del progetto, cui è riservato il 18% dello spazio, ed è luogo di sperimentazione a disposizione dei cittadini con spazi per usi collettivi e servizi erogati per il territorio; il 20% dello spazio rimanente sarà riservato al nucleo centrale delle Arti, luoghi comuni a entrambi gli ambiti, tra cui il giardino esterno.

In una nota del Comune di Roma si legge: “Con la realizzazione di tale progetto l’Amministrazione capitolina si pone un duplice obiettivo: da una parte, incidere sulla scala urbana, dando l’avvio a un percorso di rigenerazione che possa riguardare l’intero quartiere e, dall’altra, realizzare un edificio polifunzionale e innovativo, che fonda insieme i desideri e i bisogni della comunità con le esigenze e le potenzialità fornite dalla partecipazione di un partner istituzionale”.

L’opera sarà edificata dove sorgeva l’ex scuola Mafai, in viale di Tor Marancia 103, dove a oggi si trova uno scheletro abbandonato, e costerà circa 5,5 milioni di euro. I fondi per la realizzazione sono frutto degli oneri di concessione derivanti dalla costruzione da parte di privati dei palazzi edificati a Piazza dei Navigatori e dell’Albergo Bianco (ai più noto come Bidet, a causa della sua forma) di San Paolo. Per gli abitanti di Tor Marancia la priorità resta la demolizione dello scheletro dell’ex scuola e la bonifica dell’area, spesa già messa a bilancio per circa 400 mila euro

Incerto rimane anche il futuro dell’Albergo Bianco di via Giustiniano Imperatore e dei palazzi di piazza dei Navigatori. Sul primo palazzo incompiuto dell’ex Acqua Marcia Immobiliare S.r.l., proprietà di Caltagirone Bellavista, c’è stata recentemente un velato parere del neo sindaco Gualtieri, comparso su qualche organo di stampa, di acquisire l’edificio a patrimonio pubblico, proposta che è ora allo studio. 

Per gli abitanti dell’Ardeatino, invece, c’è la costante preoccupazione di vedere sorgere un nuovo cantiere, che porterà alla costruzione di un nuovo palazzo. La delibera firmata dalla giunta dell’ex sindaca Virginia Raggi nel luglio del 2018, infatti, ha dato l’assenso, all’interno della convenzione, anche alla realizzazione del comparto Z2, ovvero il palazzo “gemello di Z1”, l’edificio a specchi che sovrasta tutta l’area e ben visibile dalla Colombo. Dieci nuovi piani di cemento per una superficie di circa seimila e ottocento metri quadrati. Attualmente i due edifici già presenti tra via di Santa Petronilla e via Marco e Marcellino, sono stati venduti. Si attende di scoprire gli esiti dell’asta degli immobili, da parte della Coldwell Banker Commercial, advisor esclusivo, nominato dal Tribunale di Roma per la procedura di vendita degli immobili, di proprietà di Investimenti Edilizi Italiani S.r.l.

La previsione di costruzione di un Centro Culturale nell’area abbandonata della vecchia scuola Mafai è un importante risultato della mobilitazione dei cittadini e potrà essere fondamentale per lo sviluppo sociale e la rinascita del quartiere. Una zona su cui comunque gravano altre minacce e questioni irrisolte, dalla possibile realizzazione di nuovi grandi insediamenti residenziali in Piazza dei Navigatori e sull’area dell’ex Fiera di Roma, allo stato di abbandono della piscina in via dell’Arcadia, dallo scheletro del palazzo in via Cerbara facente parte dell’Istituto Romano del San Michele, ai lavori in corso nella Tenuta e il futuro incerto della Torre medievale, in attesa anche lì che i buoni propositi diventino realtà.

Di Giuliano MAROTTA

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