Diverse sono state le iniziative per ricordare il 77° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine e tra queste la commemorazione che si è svolta a Piazza Bartolomeo Romano, con l’inaugurazione della targa dedicata ad Enrico Mancini affissa sotto il murale che lo raffigura. Enrico Mancini, abitante della Garbatella, falegname ebanista, negli anni venti si rifiutò di aderire al partito fascista, scelta che gli costò l’incendio del laboratorio e del negozio di mobili ma che, sebbene lui dovesse provvedere a moglie e sei figli, non riuscì a piegare la sua volontá. Nel 1942 Mancini aderì al Partito d’Azione, coordinandone l’attività clandestina tra Testaccio, Ostiense e Garbatella e con l’8 settembre entrò fattivamente nella Resistenza. La sua preziosa attività di collegamento con i servizi di informazione alleati terminò con l’arresto e la tortura finché, richiuso a Regina Coeli, venne prelevato il 24 marzo 1944 per essere portato e ucciso alle Fosse Ardeatine. In questo anniversario la famiglia del partigiano, insieme a molti cittadini del quartiere, ha voluto rendergli omaggio.

Altre commemorazioni si sono svolte anche a Largo Bompiani, dove l’europarlamentare Massimiliano Smeriglio ha partecipato a quella organizzata da Liberare Roma e ha ricordato la recente scomparsa di suo zio Riccardo, ultimo figlio di Enrico Mancini, di cui abbiamo parlato in questo articolo (link).
Nel primo pomeriggio anche la Rete Roma Sud, insieme ad alcuni studenti medi, hanno voluto ricordare le terribili vicende di quel 24 marzo 1944; tra gli interventi degli studenti è emersa una critica ai programmi scolastici, che in troppi casi trascurano o dimenticano l’insegnamento della storia contemporanea e della Resistenza.
di Giuliano MAROTTA





