L’iniziativa dei comunisti nella sede di Via Passino
Alla Garbatella, come nel resto della città, non era facile ricominciare a vivere. A Piazza Giovanni da Triora e a Via Rho erano comparsi i banchetti della borsa nera, dove si poteva trovare il pane bianco. Le file davanti alle botteghe erano interminabili. I negozianti staccavano i bollini delle carte annonarie: 200 grammi di pane a persona erano davvero pochi. …..
L’iniziativa dei comunisti nella sede di Via Passino
Alla Garbatella, come nel resto della città, non era facile ricominciare a vivere. A Piazza Giovanni da Triora e a Via Rho erano comparsi i banchetti della borsa nera, dove si poteva trovare il pane bianco. Le file davanti alle botteghe erano interminabili. I negozianti staccavano i bollini delle carte annonarie: 200 grammi di pane a persona erano davvero pochi.
Da mesi i generi alimentari scarseggiavano, olio e sapone erano introvabili, per non parlare di scarpe o vestiti. Alcune famiglie non sapevano come procurarsi da mangiare e mancava anche l’acqua, che si poteva prendere dalle fontanelle stradali o da qualche sorgente di campagna.
La scuola elementare Cesare Battisti (ex Michele Bianchi) di Piazza Damiano Sauli era piena di sfollati, la maternità nell’Albergo Bianco di Piazza Biffi era stata colpita dai bombardamenti di marzo e numerosi nuclei familiari erano stati trasferiti alla borgata Tormarancia; altri vivevano ancora in situazioni precarie. I bagni pubblici di Piazza Bartolomeo Romano non funzionavano.
Il gas nei quartieri alla sinistra del Tevere solo a fine agosto cominciò ad arrivare nelle case dalle 12,30 alle 14; in quei giorni anche l’energia elettrica veniva erogata solo parzialmente. I comunisti della “Villetta” fecero fronte a quella drammatica situazione attraverso una organizzazione capillare sul territorio: eletto il comitato direttivo di sezione, si strutturarono in cellule di strada in cui si discuteva la politica di “unità nazionale” di Togliatti (che risultò una vera e propria svolta per la base) e si cercava di dare risposte concrete alla fame e al problema degli alloggi.
Sulle prime buona parte degli iscritti rimase fredda e perplessa di fronte alla nuova linea politica anche per la presenza di altri gruppi attivi alla sinistra del PCI (Bandiera Rossa, repubblicani ed altri partiti minori) che avevano posizioni antimonarchiche più marcate. Solo l’autorevolezza di Togliatti riuscì a modificare quel primo stato d’animo, diffuso largamente nei comunisti romani usciti dalla clandestinità e dalla lotta di Liberazione.
Il 18 luglio dodici sezioni di Roma, tra cui Garbatella, approvarono il discorso del “compagno Ercoli”: “Guerra nazionale per la liberazione del paese e costruzione della democrazia progressiva”.
“Nel mese di luglio – si legge nel Bollettino della Federazione provinciale di Roma ‘Vita di partito’ – le attività delle sezioni sono state principalmente: l’inquadramento
e la costruzione delle cellule, le riunioni di cellula in cui si sono lette e commentate circolari e disposizioni della Federazione, tesseramento, conferenze varie ( tra cui quelle di commento a Togliatti ), elezione dei comitati di sezione e di cellula, inchieste varie riguardanti l’epurazione e la borsa nera. Notevole sviluppo ha avuto l’attività assistenziale con l’istituzione di uno spaccio per la vendita di derrate alimentari e con l’avviamento di pratiche per la concessione di alloggi agli sfollati e ai sinistrati. Col concorso della Ps si sono inoltre sequestrate e cedute al pubblico a prezzi equi notevoli quantità di vino”.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 6 – Speciale 25 aprile 2009