Donna violentata alla Garbatella, sconcerto e paura nel quartiere

C’è ancora sconcerto alla Garbatella per lo stupro perpetrato nei confronti di una 44enne venerdì 30 settembre intorno alle 23:30 in via Alessandro Valignano. La strada collega via Padre Semeria con Piazza Marco da Tomba, proprio a qualche decina di metri dal Commissariato Colombo di via Percoto. Tutto si è svolto nel giro di una manciata di minuti. La donna aveva appena finito di cenare con delle amiche in un ristorante di via Guglielmo Massaia, quando si è allontanata per andare a prendere la propria autovettura.  È notte e sta piovendo. In strada non c’è praticamente nessuno, la signora apre la portiera dell’auto, è colpita sullo sterno da un uomo, afferrata per il collo e spinta sui sedili. La violenza sessuale è interrotta soltanto dalla reazione della donna – che sarebbe stata anche rapinata di alcune centinaia di euro – e dall’arrivo delle amiche.

Il Commissario di Polizia Cristoforo Colombo

Si indaga anche su altri episodi analoghi

Trasportata al San Giovanni in codice rosso, la vittima nonostante lo choc è riuscita a rispondere agli investigatori.
Gli inquirenti tengono naturalmente le bocche cucite, mentre sono al vaglio tutte le immagini delle videocamere della zona che potrebbero aver ripreso il volto dello stupratore.
Stando a quanto raccontato dalla vittima, e confermato dalle amiche, non è escluso che il bruto possa essere uno straniero anche se parlava italiano. Così come non è escluso che lo stupratore possa aver adocchiato la donna, una volta uscita dal ristorante, per seguirla sino alla macchina dove è avvenuta la violenza.
Gli investigatori oltre a dare un volto all’uomo, definito alto, magro e con indosso un giubbotto rosso, stanno cercando di ricostruirne il codice genetico utilizzando alcune tracce lasciate sulla macchina. Una delle ipotesi trapelate è che l’uomo possa aver colpito in altre zone della città e con le stesse identiche modalità.

 

Le donne del municipio scendono in piazza

Non si è fatta attendere la risposta delle donne dell’VIII Municipio che tramite il collettivo femminista Una volta per tutte hanno indetto una manifestazione in Piazza Eugenio Biffi.
Moltissimi gli abitanti del quartiere intervenuti per portare solidarietà alla vittima, per chiedere sicurezza, ma anche per ribadire la necessità di percorsi formativi ed educativi.  Una manifestazione riuscita, ben al di là delle previsioni, considerando il giorno feriale, l’orario e l’inesistente pubblicità data all’evento.
“Il 25% delle popolazione femminile – si legge in un comunicato dell’associazione – ha conosciuto una forma di violenza sessuale di qualunque tipo.”  “Sono e siamo milioni di donne in tutto il paese,  a Roma 3 nell’ultima settimana e molte altre sono rimaste nel silenzio”.
“Una crisi di civiltà che non risparmia nessuna e nessuno e che non possiamo imputare al buio o alla pioggia, perché chi stupra lo fa solo, in branco, negli androni dei palazzi, in auto, in casa e sul posto di lavoro”.
“Un fenomeno che dietro i numeri porta storie di vite sospese fra la rabbia e il dolore e che ci colpisce ancora di più quando succede nelle strade che frequentiamo tutti i giorni, come  venerdì scorso alla Garbatella”.
“Siamo tutte scosse e le siamo vicine, con la solidarietà che non ammette indifferenza e con la voglia di ascoltare le riflessioni che nella sorellanza ci sentiremo di condividere. Per rivendicare e dire che vogliamo vivere e animare spazi pubblici sicuri, per dire basta alle violenza, per non sentirci cittadine a metà sottrarremo terreno alla paura”.

La manifestazione in piazza Biffi


Cosa prevede il codice penale in caso di stupro

Sino al 1996 secondo il Codice Rocco, risalente al periodo fascista, la violenza sessuale ledeva la moralità pubblica. Con la legge n. 66 del 15 febbraio 1996, si afferma il principio per cui lo stupro è un crimine contro la persona e non contro la morale pubblica. L’articolo 609 bis del codice penale stabilisce la pena base per lo stupro va da sei a dodici anni di reclusione.
Sulla pena possono influire alcune circostanze aggravanti, come ad esempio la rapina, che la rendono più severa, o attenuanti, che al contrario comportano uno sconto. Una circostanza aggravante è il caso della vittima sotto l’effetto di droga o alcol.
Un’altra aggravante è lo stupro di una o di un minorenne: in questo caso il codice stabilisce che la pena è aumentata di un terzo.

 

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