Di Iacopo Smeriglio
Il Consiglio del Municipio Roma VIII prende parola sul caso di Alfredo Cospito e lo fa con una mozione che richiama i diritti fondamentali dell’uomo. La speranza espressa è quella di tutelare la vita del detenuto, le cui condizioni di salute stanno rapidamente deteriorando.
Oggi tutti sappiamo chi è Alfredo Cospito: un nome diventato familiare ai più, rimbalzando dalle scritte sui muri fino ai telegiornali. Un anarchico, detenuto da più di dieci anni nelle carceri italiane, entrato in sciopero della fame quando il Tribunale ha disposto per lui l’applicazione del art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario, comunemente conosciuto come carcere duro. Uno strumento di detenzione particolarmente coercitivo, concepito negli anni della guerra alla mafia stragista come strumento eccezionale, mirato a contrastare la capacità dei boss di comunicare con l’esterno delle strutture carcerarie e che oggi riguarda più di settecento persone private della libertà personale. Alcuni di questi, come Cospito, estranei ad organizzazioni criminali di stampo mafioso.
Con una mozione presentata a prima firma del consigliere Enrico Zulli (SCE), dai gruppi della maggioranza Sinistra Civica Ecologista, Partito Democratico e Lista Civica Gualtieri, il Consiglio del Municipio Roma VIII ha espresso l’importanza di tutelare la salute del detenuto che ha fatto istanza di revoca del regime di 41 bis. La mozione ha richiamato l’importanza fondamentale di applicare l’art.27 della Costituzione italiana, secondo cui le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere sempre alla rieducazione del condannato.
Le parole della maggioranza
La mozione dell’8 febbraio 2023 è stata approvata con i voti favorevoli della maggioranza. L’opposizione ha abbandonato l’aula, eccezion fatta per la consigliera Simonetta Novi della Lista Calenda, che ha stimolato il dibattito ed espresso la sua contrarietà nei confronti dell’atto, sottolineando l’importanza della separazione dei poteri e l’indipendenza di quello giudiziario.
“La politica deve fare un passo indietro ed attendere le decisioni del sistema giudiziario” ha detto Novi nel corso della discussione dell’atto. Ha aggiunto che questo deve essere fatto anche nella speranza di evitare strumentalizzazioni politiche.
Intervenendo nella discussione in Aula, il consigliere del PD Flavio Conia ha portato l’attenzione sull’importanza della tutela da parte dello Stato dei diritti delle persone private dalla libertà personale, senza tuttavia voler mettere in dubbio il corso delle vicende processuali. Ha, poi, rivendicato l’importanza dell’atto dei parlamentari del Partito Democratico Serracchiani e Orlando, che nelle scorse settimane hanno visitato il detenuto per verificarne le condizioni di salute.
“La vicenda di Alfredo Cospito” dice il consigliere Lorenzo Giardinetti, della Lista Sinistra Civica Ecologista, in una nota “ci interroga su un piano ben più profondo della già complessa questione sull’istituto del 41-bis, che è quello della salute della Democrazia. Uno Stato è in salute quando esercita l’autorevolezza e non l’autorità, ma soprattutto quando si dimostra migliore di chi condanna”.
La dichiarazione di Amedeo Ciaccheri
Il Presidente del Municipio Roma VIII Amedeo Ciaccheri, commentando la mozione, ha dichiarato: “anche il nostro Municipio, come altre amministrazioni in Italia, esprime con un atto istituzionale la propria posizione sul caso Cospito. Siamo dentro una spirale drammatica di fronte al rischio della morte di un uomo”. Ha concluso auspicando una necessaria riflessione generale sulla situazione carceraria in Italia e auspicando un intervento simile anche da parte del Consiglio comunale.
La nota di Umanità Nova
Nel frattempo, sui muri della Garbatella, come da sempre accade, possiamo leggere le pagine di Umanità Nova, storico settimanale anarchico, fondato nel 1920 da Errico Malatesta e aderente alla F.A.I. ovvero la Federazione Anarchica Italiana, di lunga tradizione e che, vale la pena ricordarlo in questi tempi confusi, ha molto poco a che vedere, invece, con la Fai (Federazione anarchica informale) di cui Cospito è accusato di essere uno degli elementi apicali.
Più volte, negli anni, la Commissione di Corrispondenza della F.A.I. ha preso le distanze dagli attentati attribuiti o rivendicati dagli anarchici informali, dichiarando la presenza attiva degli anarchici federati nei movimenti sociali e nel sindacalismo di base. La solidarietà ad Alfredo Cospito, però, è arrivata fin dai primi giorni dello sciopero della fame.
In una nota del 22 novembre denunciano come, ai loro occhi, “di fatto nei confronti del movimento anarchico viene applicato quel “diritto penale del nemico” sulla base del quale si viene giudicati non tanto per le azioni commesse ma quanto per le proprie idee”.
Le pene, d’altronde, vengono applicate in un contesto carcerario, come quello italiano, che in passato è stato sanzionato perfino dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e in cui, più volte, le modalità applicative del 41 bis sono state sottoposte a giudizio della Corte costituzionale.
“Sospendere il 41-bis”, si legge in un corsivo pubblicato sull’ultimo numero di gennaio di Umanità Nova, che prende in prestito le parole del dottore Angelica Milia, medico di fiducia di Cospito.
“Ministro di giustizia e presidente del Consiglio dei ministri sono responsabili della vita dell’ostaggio nelle loro mani” continua, appunto, Umanità Nova. “Dimostrino che hanno conservato un briciolo di umanità, e non reagiscano come cani rabbiosi quando sentono parlare di anarchia”
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