All’Unint va in scena “Se questo è un uomo” di Primo Levi

Nelle aule scolastiche e in quelle politiche, per le piazze e le strade e perfino nei palinsesti televisivi resta sempre alta l’attenzione sulla Giornata della Memoria. Attraverso testimonianze dirette, rielaborazioni letterarie e cinematografiche, nel giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz si cerca di varcare di nuovo quelle spirali di filo spinato nella speranza che il ricordo non si spenga. E quest’anno l’università Unint ha deciso di affidare il delicato compito alle righe di uno dei maggiori autori del secolo scorso, Primo Levi, ospitando il 23 gennaio nell’ateneo di via delle Sette Chiese 139 una riduzione teatrale di Se questo è un uomo ad opera della compagnia Fahrenheit 451. La partecipazione è gratuita previa prenotazione a questo link.

La compagnia Fahrenheit all’Unint

“L’obiettivo dell’iniziativa, che rientra nella Terza Missione Universitaria, è di mantenere viva la memoria della Shoah non solo con le parole di Primo Levi – ha spiegato la prorettrice Antonella Ercolani – ma anche attraverso brevi video e immagini che faranno comprendere meglio cosa sia stato Auschwitz”.

Protagonista della mattinata, che inizierà alle ore 11:00 in Aula Magna, sarà la compagnia teatrale Fahrenheit 451 composta da Melania Giglio e Simone Ciampi sotto la direzione di Daniele Salvo, attore e regista dalla lunga esperienza nell’adattamento teatrale di opere letterarie antiche e moderne. “A questo progetto non hanno preso parte gli studenti: abbiamo voluto lasciare spazio ad attori professionisti – ha proseguito Ercolani – La compagnia teatrale di Salvo, che due anni fa ha messo in scena da noi Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, ci è sembrata particolarmente adatta anche in considerazione del suo lungo impegno nel campo del sociale”.

Fedele alla missione di offrire al territorio momenti condivisi di riflessione – come lo scorso 25 novembre in occasione della giornata contro la violenza di genere – l’università Unint ancora una volta apre le porte dell’ateneo in un’occasione che chiama all’appello tutta la cittadinanza, nello sforzo di serbare e tramandare la memoria. Sforzo che fa da ossatura anche al testo di Levi, il quale nella poesia prefatoria ammonisce i futuri lettori: “Meditate che questo è stato/ vi comando queste parole/ scolpitele nel vostro cuore (…) ripetetele ai vostri figli”.

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