Servizio video a cura di Stefano BAIOCCHI & Giuliano MAROTTA
Con Cara Garbatella siamo nel quartiere Rinnovamento, a due passi da via di Grotta Perfetta. Nell’ultimo periodo a Roma si è tornato a parlare di Punti Verde Qualità, un programma avviato nel 1995 dall’amministrazione Rutelli che prevedeva la concessione per trentatré anni, di terreni comunali a privati. Gli imprenditori in cambio dovevano restituire alla cittadinanza servizi come la manutenzione del verde, attività commerciali e impianti sportivi. Per realizzarli il Comune si è fatto garante, con due istituti di credito, del 95% degli importi necessari alla costruzione.
Col tempo il programma è diventato un buco nero da mezzo miliardo di euro che grava ancora oggi sulle casse pubbliche e soprattutto non ha portato i benefici previsti per la città.
Tra i vari Punti Verde Qualità c’è quello denominato “11.10 Grotta Perfetta” un enorme struttura rimasta incompiuta, costruita in un’area di 8 ettari, interessata dal fondovalle del Fosso di Tor Carbone, nel tratto tra vicolo dell’Annunziatella, via Calderon de la Barca e la Tenuta di Tor Marancia. Proprio qui doveva nascere una scuola d’infanzia, un centro sportivo e un grande giardino pubblico.
Il progetto approvato nel 2000 dalla Giunta Comunale è costato circa 10 milioni di euro e con il trascorrere degli anni ha subito modifiche e riduzioni di cubature. Poi a causa di problemi burocratici si sono fermati i lavori. Il cantiere è stato abbandonato e come tanti edifici pubblici nelle stesse condizioni è diventato un riparo di fortuna per chi si trova a vivere in strada. Inoltre gli scavi hanno raggiunto la faglia e hanno dato vita a due specchi d’acqua, con il conseguente proliferare di insetti.
La commissione controllo garanzia e trasparenza del Comune di Roma ha recentemente convenuto sulla demolizione dell’edificio prevedendo una spesa di 800mila euro. Al contrario gli abitanti e il Comitato di Quartiere di Grotta Perfettachiedono di riaprire il tavolo delle trattative, bonificare l’area e ristrutturare l’edificio anche per colmare la mancanza nella zona di luoghi di cultura e socialità.